Quando preparo il foglio con l’elenco dei defunti dell’anno per essere ricordati nella preghiera insieme a tutti i nostri cari defunti, mi passano per la mente i volti delle persone scomparse e dei parenti che hanno vissuto il lutto per la loro persona cara.

Stendere quell’elenco diventa per me un modo per rinnovare il ricordo e soprattutto la preghiera di affidamento al Signore di queste persone, giovani, adulti e anziani che hanno condiviso un tratto della vita in mezzo a noi.

Così l’avvicinarsi del giorno dei Defunti vuole aiutare a predisporre anche il cuore di ciascuno a una fiduciosa preghiera di affidamento a Dio dell’anima dei nostri cari e per noi ad un rinnovato atto di fede nel mistero della risurrezione che ci attende.

La liturgia ci farà prima contemplare il mistero di gloria che ha dato la corona di santità a chi ha testimoniato in perfetta comunione con Cristo la propria vita (la Solennità dei Santi il 1° Novembre), e poi ci fa commemorare tutti i defunti perché siano partecipi di quel destino di gloria e di pienezza di vita che il Signore ci ha promesso: “Io vado a prepararvi un posto… perché siate anche voi dove sono io” (Gv 14).

Ricordare i nostri cari defunti può far scendere qualche lacrima, ci sta, ricordando la loro presenza qui con noi negli anni che hanno condiviso la vita al nostra fianco. 

Ma siamo certi che loro non vogliono vederci piangere; anche loro pregano per noi e ci vogliono sostenere nel cammino di vita quaggiù in attesa dell’incontro con loro quando sarà.

E allora possiamo farci aiutare in questi giorni anche da questa preghiera scritta da mons. Gianfranco Poma:

Non c’è morte, Signore, che abbia l’ultima parola:
ci sono soltanto viventi, 
sulla nostra terra e al di là.
Signore, i miei morti sono al mio fianco, 
so che vivono nell’ombra anche se non li vedo.
Essi hanno lasciato il loro involucro di carne 
come si lascia un vestito usato o inservibile 
e la loro anima è partita verso di Te.
In Te Signore io sento che mi chiamano,
mi invitano e mi consigliano.
Un tempo i nostri corpi erano l’uno a contatto con l’altro 
ma gli animi erano spesso distanti.
Ora, Signore, li incontro quando incontro Te.
Sento che sono in comunione con me 
quando io mi metto in comunione con Te.
Io li ricevo in me quando ricevo Te.
Li porto con me quando io porto Te con me.
Li amo quando amo Te. 

Don Andrea
 
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