Piergiorgio Frassati e Carlo Acutis Santi La santità quotidiana di due giovani testimoni della fede
Piergiorgio Frassati e Carlo Acutis Santi La santità quotidiana di due giovani testimoni della fede
Santa Teresina di Lisieaux diceva che per essere Santi non occorre fare cose straordinarie, ma occorre fare in modo straordinario le cose di tutti i giorni.
Penso che i due giovani che sono proclamati Santi da Papa Leone oggi abbiano assolutamente messo in pratica questo.
San Piergiorgio Frassati, pur essendo appartenente ad una delle famiglie più ricche di Torino, non ha mai approfittato della sua situazione ne per esibirsi o vivere la mondanità. Anzi! Possiamo dire che tutta la sua giovane vita (muore a 24 anni…) l’ha spesa nel fare bene tutto. La svogliatezza a scuola che nell’adolescenza aveva portato i geni-tori atei ad iscriverlo, loro malgrado ad una scuola di Gesuiti, è stata provvidenziale. In quella scuola ha potuto trovare il Signore e in Lui il senso della sua esistenza. Da lì ha riscoperto il rapporto con la scuola diplomandosi a pieni voti ed iscrivendosi al Politecnico di Torino a Ingegneria mineraria, per vivere poi con i minatori ed alleviare la loro situazione disagevole. Lì, poi, ha partecipato alla Federazione degli Universitari Cattolici, partecipava alla S. Vincenzo, donando i pochi soldi che i genitori gli elargivano ai poveri che visitava regolarmente, e fondava la compagnia dei Tipi Loschi, una specie di confraternita, che a dispetto del nome, si ritrovava per vivere un’amicizia profonda fondata soprattutto sulla preghiera insieme, oltre che su passeggiate in montagna.
La morte lo portò via in pochi giorni all’inizio del luglio del 1925, mentre tutta la famiglia era impegnata al capezzale della nonna, non accorgendosi della gravità della malattia di Piergiorgio. Al suo funerale parteciparono tutti i poveri di Torino, che si recarono dal padre raccontando quanto di bene avevano ricevuto da lui, tento che il padre affermò, con afflizione, di non aver vera-mente conosciuto suo figlio. E da lì iniziò la sua conversione al cattolicesimo.
S. Carlo Acutis ha una vita simile, pur essendo vissuti a quasi un secolo di distanza. Anche lui apparteneva ad una famiglia benestante di Milano e, fin da piccolo, aveva una devozione fortissima verso l’Eucarestia e a Maria Santissima, tanto da ricevere la Prima Comunione tre anni prima dei suoi coetanei. Egli andava a messa tutti i giorni, come anche tutti i giorni recitava il Rosario. Poi era un ragazzo come tutti, ma aveva intuito che il web poteva diventare un mezzo di evangelizzazione. Aveva co-sì preparato una mostra sui Miracoli Eucaristici nel mondo che sarà presente nell’Oratorio di Pogliano dal 20 settembre al 5 ottobre. Anche lui, come Piergiorgio Frassati, cercava di aiutare che ne aveva bisogno.
La sua morte fu fulminea: il 2 ottobre accusava un forte malessere, che veniva diagnosticato come leucemia fulminante ed il 12 ottobre 2011 all’età di 15 anni ritornava alla Casa del Padre.
Non c’è età per essere santi sicuramente, ma questi Santi giovani ci ricordano quanto i piccoli siano naturalmente aperti al rapporto con Dio. Occorre solo che gli adulti, a partire da genitori e nonni, per arrivare alla comunità intera, aiutino e sorreggano questo cammino, con l’esempio e le parole. Perché, per esempio un bambino di sette anni a messa tutti i giorni sarà stato accompagnato da qualcuno… Ma, soprattutto, che gli adulti non facciano nulla per impedirlo.