Il primo Concilio di Nicea e la nostra fede

Il S. Padre sta svolgendo il suo primo viaggio pastorale in Turchia ove si incontrerà con il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo.


In programma c’è l’incontro di preghiera comune con altri patriarchi e vescovi, nel luogo ove sorgono i resti della Basilica costruita per ricordare il primo Concilio della storia.


È stato un Concilio voluto dall’Imperatore Costantino I, ove sono stati invitati tutti i circa 1800 vescovi (1000 dell’Oriente e 800 dell’Occidente), ma che ha visto la partecipazione di poche centinaia (si dice 318) di essi, avendo molti, per primo Papa San Silvestro, inviato dei sacerdoti in rappresentanza.


Esso aveva a tema una questione, allora come oggi, fondamentale: se Gesù fosse Figlio di Dio e Dio Lui stesso o fosse solo una creatura di Dio, grande, eccezionale e magnifica, ma sempre creature, e, quindi non consustanziale al Padre (e allo Spirito Santo).


Un teologo di Alessandria d’Egitto di nome Ario, infatti, sosteneva che Gesù fosse figlio di Dio, ma non fosse Dio, bensì un essere intermedio, creato da Dio per redimere il mondo.


Oltre a questa tesi il Concilio si trovò a discutere di quella gnostica che propugnava come Gesù fosse venuto ad illuminare con la conoscenza i discepoli e che solo attraverso di essa, con le proprie forze si potesse arrivare alla salvezza, negando assolutamente l’azione della Grazia di Dio.


Al termine delle discussioni molto accese in cui l’Imperatore si trovò spesso nel ruolo di mediatore, i Padri Conciliari elaborarono il nucleo centrale di ciò che ancora oggi noi crediamo e proclamiamo ogni domenica a Messa, tranne la parte dedicata allo Spirito Santo che veniva solo citato (Credo nello Spirito Santo). Infatti qualche decennio dopo nel primo concilio di Costantinopoli (381 d. C.) l’elaborazione del Simbolo della fede (che noi conosciamo meglio come il Credo) fu completata e divenne quella che noi conosciamo.


Inoltre fu dichiarato dogma di fede (cosa che chi è cristiano è tenuto a credere come vera) la verginità di Maria e fu istituita la feste della Divina Maternità della Vergine Maria.


Ci furono anche altre disposizioni, alcune più legate a quel momento storico, come il perdono per chi aveva abiurato la fede nelle persecuzioni, o altre ancora oggi in vigore, come il fatto che la consacrazione di un vescovo avviene mediante la presenza di almeno tre vescovi ed il permesso del Papa.


Occorre dire per completezza, però, che il Concilio fu sì tenuto dai 318 Padri, ma poi fu sottoscritto da tutti gli altri vescovi del mondo.


È particolare pensare che occorre che siamo grati ai teologi e vescovi di 1700 anni fa e a tutti i cristiani che per varie generazioni ci hanno trasmesso ciò che sappiamo e crediamo, per quello che siamo e per come preghiamo.


Speriamo di essere capaci di fare altrettanto


Don Vinicio

Parroco