I Vescovi delle due Commissioni, per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, e dell’Ecumenismo e il dialogo, hanno elaborato un Messaggio per la celebrazione della 15ª Giornata Nazionale per la Custodia del Creato (1° settembre). 

QUEST’ANNO LA CELEBRAZIONE NAZIONALE SARÀ OSPITATA DALLA DIOCESI DI FERRARA-COMACCHIO E SI SVOLGERÀ DOMENICA 6 SETTEMBRE 2020.

Per nuovi stili di vita


In occasione della 15a Giornata Nazionale per la Custodia del Creato le preoccupazioni non mancano: l’appuntamento di quest’anno ha il sapore amaro dell’incertezza. Con san Paolo sentiamo davvero «che tutta la creazione geme e soffre le doglie del parto fino a oggi» (Rm 8,22).

Solo la fede in Cristo ci spinge a guardare in avanti e a mettere la nostra vita al servizio del progetto di Dio sulla storia. Con questo sguardo, saldi nella speranza, ci impegniamo a convertire i nostri stili di vita, disponendoci a «vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà» (Tt 2,12).

Ci riuniamo con i cristiani di tutto il mondo per celebrare il Tempo del Creato, un tempo di risanamento e speranza, un giubileo per la nostra Terra!

Abbiamo tante Giornate nei nostri calendari e il rischio è quello di rimanere indifferenti alle questioni che ciascuno di questi appuntamenti desidera segnalare. Da 15 anni la Chiesa italiana, in collaborazione con tutte le Chiese cristiane, propone il 1° settembre la Giornata per la custodia del creato e in diversi territori si costruiscono puntualmente interessanti iniziative per aiutare tutti noi a non dare per scontato l’ambiente dentro cui viviamo.

La 15ª Giornata è sul tema «Vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà» (Tt 2,12). Scrivono giustamente i vescovi nel Messaggio di questa giornata: «L’appuntamento di quest’anno ha il sapore amaro dell’incertezza». In effetti la situazione che stiamo vivendo non ci lascia tranquilli, però al contempo avere cura del creato diviene sempre più decisivo per ogni uomo che abita sulla terra.

In questi 15 anni è cresciuta l’attenzione delle persone, in particolare dei giovani, per le questioni ambientali. L’enciclica Laudato si’ in tal senso appare un punto di non ritorno capace di tracciare un orizzonte che tutti auspicano possa realizzarsi. L’alternativa è la fine della vita umana sul pianeta.

Ecco allora l’importanza del Messaggio pensato per la Giornata del creato. In sintonia col mondo ecumenico nasce il desiderio di ripensare gli stili di vita. Questi ultimi ci portano a riflettere sulle nostre relazioni, consapevoli che la famiglia umana si costruisce nella diversità delle differenze.

Prenderci cura delle persone e dell’ambiente è sempre più urgente e non basta una Giornata, bensì diviene sfida per una pastorale che vuole far proprio lo stile dell’ecologia integrale. Forse aveva ragione Camus, quando nel suo capolavoro La peste, di fronte a fatti drammatici suggeriva uno stile con queste parole: «Bisogna soltanto cominciare a camminare in avanti, nelle tenebre, un po’ alla cieca, e tentare di fare del bene». È in questa direzione che vorrei che tutti facessimo nostro il Messaggio per la Giornata del creato.
 
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