Dopo diversi anni di studi e confronti è arrivata la nuova versione del Messale romano, quel librone usato nelle Messe dal sacerdote con le orazioni e le varie parti della Messa.
L’intento degli esperti è stato quello di aggiornare le formule per rendere il linguaggio più vicino a quello odierno senza tradire il valore del messaggio che si distende nei secoli.
Il ritocco più evidente riguarda alcune parti della preghiera del Padre Nostro. Anziché dire “non ci indurre in tentazione” diremo, a partire da questa domenica 29 novembre, “non abbandonarci alla tentazione”.
In questo modo, come più volte sottolineato da Papa Francesco, viene superata anche l’idea, sbagliata, che sia il Signore a volerci mettere in difficoltà, mentre Egli fa l’esatto contrario; se perdiamo l’equilibrio ci aiuta a rialzarci. Non è mai Lui a indurre in tentazione ma è il suo esatto contrario, il tentatore, il diavolo, a tentare la nostra vita.
Sempre nel Padre Nostro viene aggiunto un “anche”. Diremo: “Rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori”. E’ un invito a comportarci ancora di più con gli altri come si comporta Dio con noi. Come Dio ci ama, ci perdona, ci sostiene, così anche noi siamo chiamati ad amare, perdonare, sostenere gli altri.
Il linguaggio si fa poi più inclusivo, inserendo nella varie orazioni il “fratelli e sorelle” per rivolgersi senza distinzioni a maschi e femmine.
Anche questi piccoli ma importanti ritocchi vogliono aiutarci a sentire sempre più nostro il modo in cui ci rivolgiamo a Dio e lo preghiamo. 
Certo, non bastano i ritocchi delle parole, occorre che alle parole segua anche la giusta disposizione del cuore e di tutto se stessi.
Il gesto stesso dello scambio di pace (in questi mesi di pandemia diventato un inchino di pace o uno sguardo di pace) richiede che al gesto in sé segua una reale volontà di fare pace e di essere in pace con l’altro.
Il ricevere la comunione sacramentale è un gesto molto importante che richiede una vita stessa orientata ad una reale comunione con il Signore e con i fratelli e sorelle della comunità parrocchiale.
Le novità del nuovo Messale sono dunque l’occasione per riflettere sui gesti e sulle parole della Messa che compiamo e pronunciamo e che troppo spesso rischiano di scivolare via e non produrre nessun frutto nella vita.
Lasciamoci accompagnare anche da queste novità per continuare il nostro cammino di Avvento e di preparazione al Natale.

Don Andrea

 
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