È un Natale strano quello di quest’anno, lo sappiamo. Anche la Pasqua lo era stato e anche peggio perché ci era mancato persino il ritrovarci a celebrarla insieme.
Sentiamo di ripetere con le parole del Salmo 9: “Perché Signore stai lontano, nel tempo dell’angoscia ti nascondi?”. Quel tempo dell’angoscia che ci ha preso e ci prende ancora, legato al virus che circola e continua a mietere vittime. Ma il salmista va avanti e nella preghiera ci invita a ripetere: “Eppure tu vedi l’affanno e il dolore, tutto tu guardi e prendi nelle tue mani”. Dio vede il nostro affanno e il nostro dolore e non sta solo a guardare.
Vorrei immaginare il Gesù bambino di quest’anno con le sue manine che prendono con sè l’affanno e il dolore del mondo di oggi. Quelle braccine che da grande saranno le braccia spalancate sulla croce ad abbracciare ancora di più tutto il dolore e l’affanno dell’uomo di ogni tempo e di ogni luogo.
Il dono che chiediamo tutti a Natale è che sappiamo sostenere questo nostro tempo, segnato da una epidemia che non è ancora finita, fatto di angoscia e dolore ma nel quale saper scorgere segni di speranza e luce. 
Luce da attingere alla grotta di Betlemme per diventarne portatori lì dove ci sono le tenebre che la pandemia ha portato: il buio della solitudine, della paura, del lavoro venuto a mancare, dei lutti che hanno toccato in vario modo ciascuno di noi. Ognuno di noi sostando quest’anno davanti al presepe può invocare ed essere luce per altri che sono nel buio.
Come Comunità Pastorale vorrei che fossimo luce in questo Natale, con la preghiera e il ricordo affettuoso, al nostro caro don Emmanuel che due mesi fa ci aveva salutato dopo la sua permanenza e il servizio in mezzo a noi, e in questi due mesi ha già dovuto affrontare il dolore della perdita del papà prima e di una sorella poi, all’inizio di dicembre.
Vorrei che diventassimo luce gli uni per gli altri lasciando trasparire nella nostra vita i tratti della vita di Gesù Cristo, gareggiando nello stimarci a vicenda e stimolandoci a vivere il Vangelo in pienezza e senza mezze misure.
Solo sostando in preghiera e in silenzio davanti al Bambino che è nato potremo ritrovare le energie più belle e vere che ci faranno ripartire bene, non soltanto perché il virus passerà, ma perché rimotivati a ritrovare il desiderio per un rinnovato impegno di dedizione e cura per il mondo e a servizio degli altri. Facciamo risuonare con la vita l’annuncio degli angeli nella notte di Natale: “Oggi è nato per voi il Salvatore del mondo”. 

Buon Natale e buon anno! da Don Andrea, Don Simone e Don Carlo


 
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