Tra le tante immagini e storie drammatiche di guerra che ascoltiamo in questi giorni che ci provengono dall’Ucraina, ce ne è una che mi ha colpito in modo particolare, anche se ognuna è capace di far stringere il cuore e a farci chiedere il perché di tanta violenza e a invocare la pace.
È la storia di un giovane di 18 anni, russo, che è stato chiamato alla leva militare per essere formato velocemente ed essere mandato sul fronte ucraino. Il fatto è che suo zio, il fratello di suo papà, vive in Ucraina da diversi anni perché ha sposato una donna di quel paese. Il dramma di questa storia è che questo giovane inviato al fronte, si potrebbe trovare a sparare a suo zio, e lui a sua volta a dover combattere contro suo nipote. La guerra, il male della guerra, può arrivare a tanto; a mettere persino uno contro l’altro con il fucile in mano uomini dello stesso sangue; quella che si chiama guerra fratricida.
In un tempo così minacciato, dove la vita umana è messa realmente a repentaglio, la Chiesa  e tutti gli uomini e le donne di buona volontà invocano la pace, chiedono il dialogo, tutto ciò che possa servire a far tacere le armi.
Intanto si muove la macchina dello solidarietà e degli aiuti in cui ciascuno può fare la propria parte con intelligenza. Grazie a chi, anche in Pogliano, si è già mobilitato per garantire accoglienza, dare disponibilità, offrire beni materiali e sostegno in denaro a chi scappa da questa guerra.
Attendiamo anche le indicazioni più precise da parte della nostra Caritas Ambrosiana per prepararci ad accogliere i profughi che giungeranno nella nostra diocesi. 
La Quaresima iniziata è tempo propizio per una preghiera più prolungata per i nostri fratelli e sorelle che vivono il dramma della guerra, per vivere qualche forma di digiuno in loro favore, per chiedere perdono per una pace non raggiunta anche nelle nostre dinamiche famigliari e di relazione con gli altri.          

Don Andrea

 
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