Il mese di maggio ha un’intensità di celebrazioni che lo rendono unico nell’anno liturgico: Prime Comunioni, Cresime, Anniversari di Matrimonio e per la parrocchia di Bettolino si aggiunge la patronale di S. Rita, domenica prossima. Non da ultimo la devozione a Maria, la madre di Gesù, che caratterizza questo mese.

C’è una ricchezza di doni, di grazia che il Signore a larghe mani diffonde su piccoli e grandi. Questa domenica poi tutta la chiesa è in festa perché il Papa proclama dieci nuovi santi, che vengono posti come testimoni esemplari di vita cristiana autentica.

Il rischio di queste importanti celebrazioni è quello di viverle solo come evento limitato alla festa che si conclude alla fine di quel giorno. È fondamentale invece vivere sì la festa ma in tutto il suo dinamismo, capace di dare cioè forma nuova alla vita di tutti i giorni, di imprimere una piega buona alle scelte quotidiane, di infondere fiducia e speranza.

Per poter vivere in questa dimensione occorre che i momenti di festa che celebriamo ci facciano davvero entrare nel mistero di Cristo, cioè far sì che la sua Parola, i sacramenti che riceviamo e vediamo ricevere, arrivino a toccarci nel profondo. Non siano un semplice “qualcosa da vedere” ma “qualcosa che ci tocca” o meglio Qualcuno che arriva a toccarci il cuore e a plasmarlo per renderlo più capace di amare, più docile, più tenero, più compassionevole.

Occorre disporci con docilità, entrare nel silenzio di Dio, per gustare la ricchezza dei doni che il Signore vuole regalarci. Non occorre avere fretta, non occorre la perfezione dei riti, ma il saper intuire e accogliere quel soffio dello Spirito che smuove a conversione, che rimargina una ferita, che sprona ad una decisione che fa maturare e arricchisce la vita.

I santi sono uomini e donne straordinari perché hanno accolto queste intuizioni di Dio, nel silenzio della preghiera e della meditazione, nel saper leggere il disegno di Dio nelle pieghe delle loro storie di vita. Ecco che allora hanno saputo poi vivere con una marcia in più, con uno spirito nuovo, capace di fare nuove tutte le cose.

Charles del Foucauld, che sarà tra i dieci che questa domenica saranno proclamati santi, ha vissuto per anni in Algeria e diceva: “Io non sono qui a convertire i Tuareg, cerco solo di vivere il Vangelo qui dove il Signore mi ha portato. E sono convinto che ci ritroveremo tutti un giorno in Paradiso, se l’avremo meritato”. 
E fratel Carlo ci ha regalato una delle preghiere di abbandono a Dio tra le più belle, che rivelano un cuore totalmente conquistato da Cristo: 
 
Padre mio, io mi abbandono a te, 
fa di me ciò che ti piace.
Qualunque cosa tu faccia di me 
Ti ringrazio.
Sono pronto a tutto, accetto tutto.
La tua volontà si compia in me, 
in tutte le tue creature.
Non desidero altro, mio Dio.
Affido l'anima mia alle tue mani 
Te la dono mio Dio,
con tutto l'amore del mio cuore
perché ti amo, 
ed è un bisogno del mio amore di donarmi
di pormi nelle tue mani senza riserve
con infinita fiducia perché Tu sei mio Padre
 
Fratel Carlo e tutti i nuovi santi, ci accompagnino nel cammino della vita con la loro intercessione.
 
Don Andrea
 
Esci Home