In questo periodo di solito si concludono i cammini di fede dei nostri oratori: iniziazione cristiana, preadolescenti, adolescenti, 18enni e giovani. Sono cammini che si sarebbero dovuti concludere in maniera totalmente diversa, o almeno così ci aspettavamo fino a metà febbraio di questo insolito 2020; sono cammini che hanno trovato una nuova forma, nel periodo di emergenza sanitaria Covid-19 che abbiamo vissuto e stiamo tuttora vivendo. 

Quando le porte dell’oratorio sono aperte è tutto più facile: è più facile incontrarsi, è più facile condividere la gioia, è più facile proporre occasioni (ed è anche più facile anche lamentarsi: chissà se questo “silenzio” ci ha anche liberato da queste dinamiche e ha tolto un po’ di “polvere” dai nostri oratori!). Ma quando le porte dell’oratorio sono chiuse, si gioca una partita diversa: quella della libertà personale, come fedeli e come famiglie, una partita che non vedrà i risultati su nessun tabellone se non in quello del nostro cuore e della nostra relazione con Dio. La fede si incarna: non è pura teoria né solo “fare”, vive nella nostra dimensione umana, a qualunque età, e, proprio perché vive con noi, vive ciò che stiamo vivendo noi. Ecco che allora: i genitori si sono trasformati in catechisti fantasiosi; ognuno di noi ha riscoperto e riconfermato l’importanza della dimensione diocesana e di Chiesa nel mondo, grazie all’ascolto e la preghiera nei momenti guidati dal nostro Arcivescovo Mario e da Papa Francesco; le catechiste e i catechisti hanno vissuto una comunicazione costante con le famiglie; gli educatori sono diventati esperti delle modalità on-line; i don hanno trovato occasioni di portare la Chiesa in ogni casa … chissà che queste intuizioni e scoperte non possano restare come tesoro e testimonianza di un periodo tanto fragile, doloroso e delicato! 
Sarebbe qui davvero troppo lungo elencare le molteplici iniziative portate avanti a distanza! Quanta grazia è passata! 
Tra le molteplici iniziative (e sono davvero tante!) proposte ai nostri ragazzi, adolescenti e giovani, mi piace ricordarne e sottolinearne una in particolare: abbiamo proposto alla fascia dei preadolescenti un progetto di scrittura condivisa che avesse come tema la virtù della Speranza. Lo abbiamo fatto chiedendo ai ragazzi di scrivere dei racconti che avessero come protagonista una certa “Miss Speranza”. E ne è scaturito un opuscolo davvero bello e interessante dal titolo “Le Avventure di Miss Speranza” che vogliamo condividere con tutta la comunità. Copie dello stesso sono disponibili in fondo alla chiesa. Desideriamo con questo raccontare alla nostra comunità quanto i ragazzi sono creativi, presenti e profondi: proprio un bel segno di Speranza
Quindi, possiamo dire a gran voce che LA CORSA DEI NOSTRI ORATORI NON SI È FERMATA: si sono chiuse le porte, e lo sono tuttora, ma le occasioni di continuare a scoprire l’amicizia con Gesù, qui e ora, non sono mancate. È cambiata la progettazione, sono cambiate le modalità, ma non è cambiato il desiderio di raggiungere ragazzi e famiglie per condividere un sorriso, proporre una riflessione, sostenere nella lontananza, parlare di fede. Anzi, possiamo dire che il desiderio e la fantasia per la e nella pastorale sono cresciuti e, in un certo senso, si sono aggiornati. Ringraziamo sentitamente catechiste, catechisti ed educatori per la loro presenza costante e per il prezioso servizio di comunicazione e contatto con le famiglie. E un grazie anche a tutte le realtà dei nostri oratori che hanno condiviso le proposte di riflessione e vicinanza da noi realizzate.


Si chiude un tempo ma se ne apre subito un altro: quello dell’estate. Come sarà questa estate? Non sappiamo cosa sarà, ad oggi, ma sappiamo come sarà: nuova, come ci ha indicato il nostro Arcivescovo Mario Delpini: “A me sembra che due punti siano acquisiti. Il primo è che quest’anno non possiamo organizzare l’oratorio estivo. Non ci sono le condizioni per fare quello che abbiamo sempre fatto con tanta partecipazione dei ragazzi e con tanta gratitudine delle famiglie. Non possiamo chiamare oratorio estivo quello che non sarà quello che abbiamo sempre fatto, questo è il primo punto. E il secondo è che noi non possiamo trascurare i ragazzi e gli adolescenti e far mancare a loro una proposta educativa di vita condivisa, di fede praticata, di giorni sereni. Si tratta di una sollecitudine per la formazione umana e cristiana delle giovani generazioni, non soltanto di un servizio sociale. E se non possiamo fare l’oratorio estivo e non possiamo trascurare i ragazzi e gli adolescenti, allora che cosa dobbiamo fare? Io credo che noi dobbiamo raccogliere la sfida di fare qualche cosa di inedito, perché inediti sono le situazioni e i vincoli che, presumibilmente, saranno posti dalle competenti autorità. Dunque: qualche cosa di inedito.” (Discorso in conclusione della S. Messa Crismale - Duomo di Milano, Giovedì 28 Maggio 2020)


Don Simone

 
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