La settimana dell’educazione che si celebra ogni anno tra la memoria di Sant’Agnese, (21 gennaio) giovane martire cristiana e la memoria del grande padre e maestro della gioventù, san Giovanni Bosco (31 gennaio), ci da l’occasione di fermarci a riflettere su questo imprescindibile aspetto della vita della comunità cristiana.

Non è un optional, ma un qualcosa che ci si impone. “Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e udito” dice Pietro negli Atti degli Apostoli a chi gli intimava di non predicare più il nome del Signore Gesù. Se davvero ciascuno di noi ha incontrato il Signore Gesù nella sua vita e ne ha fatto motivo cardine della sua esistenza, il trasmettere la fede e l’educare a essa è qualcosa a cui non si può opporsi, perché è insita nella nostra stessa natura di cristiani. In questo tempo cosi tribolato tanti di noi hanno sperimentato in maniera ancora più accentuata forse più la fatica che la bellezza dell’educare, anche se mai si sono tirati indietro.
E già questo è una grazia! Anche la comunità cristiana e l’oratorio sono state messe a dura prova, la tentazione di gettare la spugna forse si è fatta avanti, ma la grazia di Dio ci ha concesso di sperimentare anche nuove forme con cui portare avanti l’opera educativa delle giovani generazioni e ci ha fatto scoprire talenti e doni mai emersi finora. Voglio riportare qui solo alcuni passi dell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium di Papa Francesco che mi hanno colpito pensando soprattutto a coloro che all’interno della nostra comunità svolgono con tanta passione il servizio di catechisti ed educatori e che mai si sono tirati indietro e hanno reagito allo sconforto e al senso di smarrimento che tante volte ci ha assaliti in questi tempi. Mi sono accorto di quanta ricchezza di disponibilità e generosità esiste, e questo è senza dubbio positivo e dono del Padre celeste; dall’altra parte però il rischio di farsi troppo spesso prendere dall’ansia e dalla preoccupazione perché non si può fare sempre tante cose come prima, rischiano di distoglierci dall’essenziale. So di non essere immune neanche io da questa smania di dover sempre fare, quasi che le occasioni ordinarie della vita diventino luogo dove non è possibile annunciare il Vangelo.
Allora spesso mi dico che è necessario ridirsi le motivazioni per cui si fanno e costruiscono tante belle iniziative e ci si spende per l’educazione alla fede dei bambini e dei ragazzi. Dice il Papa al n 262:

“Occorre sempre coltivare uno spazio interiore che conferisca senso cristiano all’impegno e all’attività. Senza momenti prolungati di adorazione, di incontro orante con la Parola, di dialogo sincero con il Signore, facilmente i compiti si svuotano di significato, ci indeboliamo per la stanchezza e le difficoltà, e il fervore si spegne. La Chiesa non può fare a meno del polmone della preghiera, e mi rallegra immensamente che si moltiplichino in tutte le istituzioni ecclesiali i gruppi di preghiera, di intercessione, di lettura orante della Parola, le adorazioni perpetue dell’Eucaristia. Nello stesso tempo «si deve respingere la tentazione di una spiritualità intimistica e individualistica, che mal si comporrebbe con le esigenze della carità, oltre che con la logica dell’Incarnazione». C’è il rischio che alcuni momenti di preghiera diventino una scusa per evitare di donare la vita nella missione, perché la privatizzazione dello stile di vita può condurre i cristiani a rifugiarsi in qualche falsa spiritualità”.

Si, il primo compito di un educatore è quello di custodire e curare la propria relazione con Gesù, cercare spazi di raccoglimento e preghiera, perché poi quello che si fa sia un diretto riflesso dell’incontro con il Signore Gesù e di lui potrà parlare. Chiediamo con forza e con fede la grazia di una vita interiore spirituale significativa, perché ciascuno di noi possa educare con gioia alla vita buona del vangelo.

Nella serata di mercoledì 26 gennaio 2022 alle ore 21 presso il cinema teatro Flores, saremo aiutati a riflettere sulla bellezza dell’educare dal dott. Aceti, che abbiamo invitato per questa settimana dell’educazione.

Aspetto tutti! Il Signore benedica la nostra azione educativa e doni frutti copiosi.

don SIMONE


 
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