Abbiamo tutti bisogno di invocarla e di invocare lo Spirito perché sappiamo vivere la nostra vocazione con ancora più dedizione, sforzandoci di compiere un passo in più verso il bene.
Oggi continuiamo a chiamarla “chiesa nuova” è bello tenere questo termine ma è impegnativo perchè dovremmo sempre mostrarlo con la vita che siamo chiesa nuova, perché edificata continuamente dalla Pasqua di Cristo, perché capace di introdurre le nuove generazioni all’esperienza della fede, perché sa stare vicino alle vecchie e nuove povertà e cercare di risanarle, ...
Viviamo la Settimana Santa come occasione di un reale rinnovamento interiore frutto dell’azione dello Spirito che lavora in noi misteriosamente e ci rende uomini e donne rinnovate dalla Pasqua di Cristo.
Dalla riflessione quotidiana on line del nostro Arcivesco mi ha colpito questa settimana in particolare quello di mercoledì sera perchè partiva da una domanda che non mi ero mai posto sulla relazione con gli altri
Nella lettera per il Tempo di Quaresima il nostro Arcivescovo ci invita a compiere un esercizio. Ciascuno di noi è chiamato a lasciarsi correggere e a correggere altri. È un argomento delicato ma è anche questo il tempo propizio per pregarci sopra e allenarci a dare e ricevere correzioni fraterne con delicatezza e umiltà ma anche con lucidità e fermezza.
Qualcuno ha scritto che questo mese di Gennaio più che essere il mese del nuovo anno sembra essere il tredicesimo mese del 2020. Invochiamo da Gesù il miracolo non solo di sconfiggere il virus ma soprattutto quello della gioia del vivere anche in un tempo così tribolato.
Riprendiamo da questa settimana i ritmi più quotidiani custodendo la grazia del mistero del Natale celebrato; senza l’ossessione dei colori delle Regioni, nel rispetto delle normative che ci sono date, lavorando di creatività per vivere il tempo che ci è dato facendo il possibile per viverlo al meglio.
«L’Avvento è il periodo dell’anno che suggerisce di riflettere sul tempo, sulla dimensione temporale della vita umana. È una riflessione che contribuisce alla saggezza in molte esperienze culturali, anche se in modi diversi.
La vocazione che don Carlo ci ricorderà celebrando il suo 50°, i sacramenti che amministreremo, la ripresa dei cammini di catechesi e l'oratorio che riparte cercando di intraprendere un cammino nuovo sono tutti segni di grazia
La festa di questa domenica che ci raduna in unità è un segno di questa volontà di integrazione e del percorso comune che vogliamo proseguire nei prossimi anni. Il beato Francesco Paleari che oggi e venerdì prossimo ricordiamo interceda per noi e ci aiuti a vivere la nostra appartenenza alla chiesa locale con il suo spirito, il suo sorriso, la sua dedizione, la sua sapienza, il suo amore.